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RACI : tori della “marchigiana” per migliorare razze bovine africane
Nell’ambito della Raci si è svolto un meeting promosso dalla Regione Marche, dalla Provincia di Macerata e dall’Associazione italiana allevatori per illustrare al Ministro dell’allevamento della Repubblica del Mali, Madeleine Diallo Ba, all’ambasciatore delle Mauritania in Italia Aly Haiba ed ai delegasti governativi di Algeria, Gabon e Camerun le qualità della razza bovina marchigiana e le sue potenzialità in caso di incrocio con altre razze. La delegazione africana era giunta venerdì scorso a Macerata proprio allo scopo di conoscere in modo approfondito la razza Marchigiana e valutare la possibilità di allacciare rapporti di collaborazione in grado di accrescere la produttività degli allevamenti nei loro Paesi e di conseguenza migliorare le condizioni di vita delle popolazioni. L’incrocio tra le razze zebù allevate nei paesi africani e la razza bovina Marchigiana è già stata sperimentata con ottimi risultati più di vent’anni fa in Brasile – ha riferito a margine dei lavori il direttore dell’Associazione provinciale allevatori di Macerata, Dino Mosca – e pertanto da questo punto di vista il risultato è praticamente scontato. Ciò che bisogna valutare l’opportunità di portare in Africa alcuni esemplari di tori oppure inviare embrioni e dosi di liquido seminale prodotto nei nostri centri di fecondazione artificiale. Questo ed altri aspetti tecnici – ha detto l’assessore regionale Paolo Petrini, che ha diretto i lavori del meeting – dovranno essere definiti in accordo con le autorità ministeriali e dovranno essere oggetto di appositi protocolli da far seguire ad una lettera d’intenti da sottoscriversi entro un paio di mesi. Il Ministero degli Affari esteri italiano è pronto ad offrire tutta la propria collaborazione, come ha assicurato duranti i lavori Roberta Abodi della direzione generale per i Paesi dell’Africa sub-sahariana.
Da parte dei cinque Paesi africani esistono tuttavia priorità diverse. Alcuni, come ad esempio la Repubblica del Mali, dove la zootecnica è già sviluppata, il maggiore interesse è rappresentato dal miglioramento genetico della razza autoctona. Altri Paesi, invece, sono interessati a sviluppare proprio gli allevamenti di bovini; altri ancora hanno problemi di approvvigionamento di foraggio. Ciò che li accomuna tutti sono le necessità legate al miglioramento dei processi di trasformazione e di conservazione dei prodotti derivati.
Il presidente della Provincia di Macerata, Franco Capponi, che ha ospitato l’incontro nella sala del Consiglio provinciale, ha offerto la massima collaborazione affinché il progetto di cooperazione tra Regione Marche, Associazione allevatori e Stati del Nord Africa e dell’Africa sub-sahariana possa dare al più presto esiti di reciproca soddisfazione. Capponi nel salutare gli ospiti stranieri ha ricordato che la provincia di Macerata è quella che conta il maggior numero di capi dei razza marchigiana (circa il 18%) di tutti quelli censiti in Italia e che il Centro tori per la fecondazione artificiale di Macerata rifornisce da anni con eccellenti risultati allevamenti bovini nelle Americhe, in Europa, in Sud Africa e in Nuova Zelanda.
RACI : tori della “marchigiana” per migliorare razze bovine africane
Nell’ambito della Raci si è svolto un meeting promosso dalla Regione Marche, dalla Provincia di Macerata e dall’Associazione italiana allevatori per illustrare al Ministro dell’allevamento della Repubblica del Mali, Madeleine Diallo Ba, all’ambasciatore delle Mauritania in Italia Aly Haiba ed ai delegasti governativi di Algeria, Gabon e Camerun le qualità della razza bovina marchigiana e le sue potenzialità in caso di incrocio con altre razze. La delegazione africana era giunta venerdì scorso a Macerata proprio allo scopo di conoscere in modo approfondito la razza Marchigiana e valutare la possibilità di allacciare rapporti di collaborazione in grado di accrescere la produttività degli allevamenti nei loro Paesi e di conseguenza migliorare le condizioni di vita delle popolazioni. L’incrocio tra le razze zebù allevate nei paesi africani e la razza bovina Marchigiana è già stata sperimentata con ottimi risultati più di vent’anni fa in Brasile – ha riferito a margine dei lavori il direttore dell’Associazione provinciale allevatori di Macerata, Dino Mosca – e pertanto da questo punto di vista il risultato è praticamente scontato. Ciò che bisogna valutare l’opportunità di portare in Africa alcuni esemplari di tori oppure inviare embrioni e dosi di liquido seminale prodotto nei nostri centri di fecondazione artificiale. Questo ed altri aspetti tecnici – ha detto l’assessore regionale Paolo Petrini, che ha diretto i lavori del meeting – dovranno essere definiti in accordo con le autorità ministeriali e dovranno essere oggetto di appositi protocolli da far seguire ad una lettera d’intenti da sottoscriversi entro un paio di mesi. Il Ministero degli Affari esteri italiano è pronto ad offrire tutta la propria collaborazione, come ha assicurato duranti i lavori Roberta Abodi della direzione generale per i Paesi dell’Africa sub-sahariana.
Da parte dei cinque Paesi africani esistono tuttavia priorità diverse. Alcuni, come ad esempio la Repubblica del Mali, dove la zootecnica è già sviluppata, il maggiore interesse è rappresentato dal miglioramento genetico della razza autoctona. Altri Paesi, invece, sono interessati a sviluppare proprio gli allevamenti di bovini; altri ancora hanno problemi di approvvigionamento di foraggio. Ciò che li accomuna tutti sono le necessità legate al miglioramento dei processi di trasformazione e di conservazione dei prodotti derivati.
Il presidente della Provincia di Macerata, Franco Capponi, che ha ospitato l’incontro nella sala del Consiglio provinciale, ha offerto la massima collaborazione affinché il progetto di cooperazione tra Regione Marche, Associazione allevatori e Stati del Nord Africa e dell’Africa sub-sahariana possa dare al più presto esiti di reciproca soddisfazione. Capponi nel salutare gli ospiti stranieri ha ricordato che la provincia di Macerata è quella che conta il maggior numero di capi dei razza marchigiana (circa il 18%) di tutti quelli censiti in Italia e che il Centro tori per la fecondazione artificiale di Macerata rifornisce da anni con eccellenti risultati allevamenti bovini nelle Americhe, in Europa, in Sud Africa e in Nuova Zelanda.